Disturbi da sintomi somatici:
la forza dell’unità mente-corpo
“E’ tutto nella tua testa!”
Se vi è capitato di sentirvi dire questa frase, è probabile che vi siate scontrati con l’idea che i sintomi fisici sperimentati da una persona in assenza di cause mediche ben identificabili, non siano considerati reali, ma siano piuttosto il risultato di un problema psicologico o emotivo.
Fatto non del tutto sbagliato: è vero che i sintomi fisici possono essere il risultato di problemi di natura emotiva o psicologica. Peccato però, che questa frase implichi invalidare e minimizzare i sintomi fisici di una persona, e riconduca al concetto, ormai obsoleto, di una netta separazione tra mente e corpo.
E’ importante invece cercare di comprendere i sintomi fisici, supportando la persona nella ricerca della giusta cura medica o psicologica, e cominciare a cambiare prospettiva, poiché la mente e il corpo non sono due entità separate, ma costituiscono una totalità nella quale i problemi psicologici possono influenzare la salute fisica e viceversa.
Cos’è il disturbo da sintomi somatici?
Il disturbo da sintomi somatici, precedentemente conosciuto come disturbo somatoforme, è un disturbo psicologico caratterizzato da sintomi fisici o somatici che causano disagio significativo o compromissione funzionale per la persona, ma che non possono essere spiegati da una condizione medica generale.
I sintomi somatici possono presentare caratteristiche diverse, a seconda del distretto corporeo interessato, della loro tipologia e gravità. Questi possono includere dolore, nausea, vertigini, mal di testa, affaticamento, palpitazioni cardiache, problemi gastrointestinali, difficoltà respiratorie, e altri disturbi somatici.
Nonostante gli esami medici e strumentali non rivelino alcuna patologia organica, i sintomi somatici sono reali e rappresentano un’esperienze fisica per la persona che li avverte, con dolore e la presenza di preoccupazione eccessiva riguardo la loro gravità.
Inoltre, dal momento non è riscontrabile una causa medica chiara, le persone che ne soffrono possono sperimentare un forte senso di impotenza e incertezza riguardo alla loro salute, vissuti di frustrazione, angoscia e vergogna, e possono avere difficoltà a gestire le emozioni negative che ne derivano, che a loro volta aumentano l’intensità dei sintomi fisici.
A ciò si accompagna una difficoltà a svolgere le attività quotidiane a causa dei sintomi fisici, comportamenti di evitamento delle situazioni che potrebbero scatenare i sintomi o aumentare l’ansia, come l’esercizio fisico o le attività sociali, ripetute richieste di esami o visite specialistiche per verificare la presenza di malattia, ansia e depressione, e anche una difficoltà a comprendere che i sintomi fisici possono essere di natura psicologica o emotiva, con un’eccessiva enfasi, al contrario, sulla necessità di una diagnosi medica.
La maggior parte di queste persone riceve diversi trattamenti, approfondimenti diagnostici ripetuti, reiterati invii alla medicina specialistica con consumi di costi e risorse progressivamente crescenti, senza risolvere tuttavia il problema.
Tali pazienti si ritiene che rappresentino le richieste di consultazione nella medicina generale dal 30 al 64% dei casi.
Quali sono le cause dei disturbi da sintomi somatici?
I disturbi da sintomi somatici sono molto complessi e sono causati da una combinazione di fattori biologici, psicologici, sociali, culturali e legati alla propria storia di vita.
Di seguito ne vengono riportati alcuni:
- fattori biologici: nelle persone che presentano questi disturbi, si è osservata una particolare sensibilità del sistema nervoso autonomo, che influisce sulla percezione del dolore e degli altri sintomi fisici, che vengono avvertiti in modo alterato;
- fattori ambientali: esperienze di trauma o stress nel corso della vita, come abusi, perdite importanti o eventi traumatici, possono aumentare il rischio di sviluppare disturbi da sintomi somatici. Il livello di stress infatti, e il modo in cui viene gestito, possono influire sull’esperienza dei sintomi;
- fattori psicologici: alcuni individui possono sviluppare sintomi somatici a causa di problemi psicologici sottostanti, come ansia e depressione, disturbi di personalità o stress cronico. Ad esempio, l’ansia può causare palpitazioni, sudorazione e tremori, mentre la depressione può causare affaticamento, dolore fisico e problemi digestivi. Inoltre, persone con disturbi di ansia o depressione possono essere più sensibili e preoccupate per i loro sintomi fisici, e possono percepirli come più gravi o invalidanti. Questo a sua volta può aumentare lo stress. In questi casi, i sintomi somatici possono essere considerati un segnale del corpo che indica una necessità di attenzione e di cura anche dal punto di vista psicologico;
- fattori relazionali: relazioni complicate o conflittuali con familiari, partner o colleghi di lavoro possono aumentare il rischio di sviluppare sintomi somatici.
“Il mio corpo è più del mio corpo. Io non ho un corpo, io sono un corpo.”
E. Mounier
Lo stress: un sorvegliato speciale
Lo stress è una risposta naturale del nostro organismo ad una situazione di sfida o di minaccia.
Quando è di breve durata e di livello moderato, è molto utile perché scatena una serie di cambiamenti fisici e psicologici che preparano l’organismo a far fronte alla situazione stressante.
Tuttavia, nei casi in cui lo stress diventi prolungato o eccessivo, ci si può trovare di fronte ad effetti nocivi sulla salute fisica, con o senza causa organica evidente. Tra gli effetti fisici dello stress cronico possono essere inclusi disturbi cardiovascolari, disturbi gastrointestinali, affaticamento, disturbi muscolari.
Lo stress agisce sul corpo tramite un fondamentale intermediario: il sistema immunitario.
Le risposte del sistema immunitario sono mediate dalle citochine, particolari proteine che modulano i livelli di infiammazione sistemica del nostro organismo e regolano, appunto, la comunicazione tra le cellule del sistema immunitario. Alcune citochine sono state studiate per la loro possibile relazione con lo stress.
Lo stress cronico può innescare una risposta infiammatoria nel corpo, che a sua volta può influenzare la produzione di citochine. Si è osservato che il modo in cui una persona affronta lo stress può influenzare la produzione di citochine.
Ad esempio, è stato dimostrato che le persone che utilizzano strategie di coping positive, come l’umorismo, presentano livelli più bassi di un particolare tipo di citochina infiammatoria, rispetto a coloro che utilizzano strategie di coping negative, come l’evitamento e la negazione.
Inoltre, persone che gestiscono lo stress attraverso comportamenti come l’utilizzo di fumo, alcool o droghe, possono avere un rischio maggiore di sviluppare sintomi somatici.
Quindi, le citochine possono svolgere un ruolo nella patogenesi dei sintomi psicosomatici, o anche veri e propri disturbi psicosomatici, come la sindrome dell’intestino irritabile (IBS) o la fibromialgia.
Quali sono le conseguenze dei disturbi psicosomatici?
Se non trattati correttamente, i disturbi da sintomi somatici possono avere conseguenze gravi per la salute e il benessere della persona, impattando negativamente sulla qualità della vita.
Innanzitutto, si può osservare un peggioramento dei sintomi, con una maggiore sofferenza fisica ed emotiva. In molti casi si può assistere a complicazioni fisiche e ad un aumento dei sintomi ansiosi e depressivi.
Inoltre, per gestire i sintomi fisici, le persone con disturbi da sintomi somatici possono sviluppare una dipendenza da farmaci, e ricorrere frequentemente a servizi sanitari, senza tuttavia risolvere il problema.
Altri aspetti potrebbero riguardare la tendenza ad evitare le attività sociali e le relazioni interpersonali a causa dei sintomi somatici, aumentando il senso di isolamento e solitudine, e ad adattarsi con più difficoltà ai cambiamenti della vita.
Dopo aver escluso, tramite tutti gli esami medici e diagnostici, un’origine organica dei sintomi o del disturbo fisico, il trattamento dovrebbe essere integrato, costruito sulla persona, e basarsi su approcci psicologici, farmacologici, o una combinazione di entrambi.
Un trattamento adeguato può aiutare a migliorare la qualità della vita e ridurre il rischio di complicanze.
La psicoterapia risulta fondamentale, in quanto può aiutare le persone a comprendere e gestire il rapporto tra i sintomi fisici e i problemi psicologici sottostanti. Spesso infatti, si fa fatica a comprendere l’origine psicologica di questi sintomi, con la conseguente ricerca continua di diagnosi mediche, e una difficoltà a riconoscere i segnali del corpo come espressione di situazioni o vissuti che generano disagio.
Anche da un punto di vista biologico, diversi studi hanno messo in evidenza come gli interventi psicologici appaiono efficaci nel ridurre i livelli di biomarker nell’organismo che aumentano i livelli di infiammazione del corpo.
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