La preoccupazione: cos’è, come funziona
e come gestirla per vivere meglio
A chi non è mai capitato di sentirsi preoccupato e teso in situazioni che tendono a mettere sotto pressione?
É piuttosto normale sentirci preoccupati quando, ad esempio, dobbiamo sostenere un colloquio di lavoro o un esame importante.
Tuttavia, alcune persone sperimentano sensazioni persistenti di preoccupazione, incontrollabili, che vanno ad interferire con lo svolgimento delle normali attività quotidiane. Queste sensazioni costituiscono un campanello di allarme e potrebbero richiedere un intervento professionale per essere gestite in modo adeguato.
Vediamo prima in dettaglio cosa si intende quando si parla di preoccupazione.
Cos’è la preoccupazione?
La preoccupazione è uno stato mentale caratterizzato da sensazioni di inquietudine, apprensione o ansia per eventi futuri potenzialmente negativi.
Essa può riguardare molteplici aspetti della vita, come la salute, le relazioni, il lavoro e le finanze, può essere innescata da eventi passati o attuali, eventi esterni (come la visione di determinate immagini in tv) oppure eventi interni (come pensieri o immagini che insorgono spontaneamente nella nostra mente). La preoccupazione infatti, non è solo il risultato di fattori esterni, ma anche del modo in cui l’individuo percepisce e attribuisce significato a questi fattori.
Ma vediamo in dettaglio quali sono le preoccupazioni più comuni che le persone sperimentano….
Le preoccupazioni più comuni possono variare da persona a persona, a seconda delle loro esperienze, delle caratteristiche di personalità e delle circostanze di vita.
Tuttavia, ci sono alcune preoccupazioni comuni che molte persone sperimentano, e che riguardano:
1) la propria salute e quella dei propri cari;
2) la sicurezza finanziaria, il lavoro, le spese impreviste, fattori economici che rappresentano fonti di stress per molte persone;
3) le relazioni interpersonali, che possono riguardare la famiglia, gli amici, il/la partner o le relazioni sul posto di lavoro;
4) l’incertezza sul futuro;
5) sensazioni riguardanti l’incapacità di far fronte a alle responsabilità personali, professionali o familiari.
Questi sono solo alcuni esempi di preoccupazioni comuni, ma in generale, la preoccupazione può riguardare qualsiasi aspetto della vita che viene percepito come incerto o minaccioso.
Come capire se ci si preoccupa troppo?
Esiste una differenza importante tra la preoccupazione “normale” e la preoccupazione “patologica”, anche se il confine non è sempre così facile da definire.
La preoccupazione normale è una risposta comune, naturale e sana agli eventi stressanti della vita. Essa può aiutare a prevenire i problemi futuri e a prepararsi per affrontarli.
La preoccupazione normale è tendenzialmente di breve durata, si innesca quando si verifica un evento stressante, ma scompare quando il problema viene risolto o diventa meno importante.
In condizioni come queste, la preoccupazione ci è utile, in quanto ci permette di mettere in atto comportamenti favorevoli alla risoluzione del problema che l’ha generata, prevenire i problemi futuri, ricercare soluzioni creative e avere la giusta motivazione per superare le difficoltà.
La preoccupazione non sana, d’altra parte, rappresenta un sintomo di un disturbo d’ansia e può essere molto intensa, persistente e sproporzionata rispetto alla situazione reale.
In questo caso smette di esserci utile, anzi diventa dannosa, in quanto si presenta molto frequentemente e risulta difficile da gestire.
L’eccessiva preoccupazione può interferire quindi con la vita quotidiana, limitare la capacità di svolgere le normali attività, provocare sintomi fisici e mentali e interferire con la capacità di prendere decisioni e di gestire le relazioni.
Il disturbo d’ansia generalizzata (GAD) è un esempio di disturbo caratterizzato da preoccupazioni eccessive e persistenti.
In sintesi, la differenza tra la preoccupazione normale e la preoccupazione eccessiva consiste nella gravità, nella durata e nell’impatto sulla vita quotidiana.
Come mai alcune persone si preoccupano più di altre?
Ci possono essere diverse ragioni per cui una persona può sentirsi costantemente preoccupata. Alcune delle cause possono includere:
- disposizione personale: alcune persone sono semplicemente più propense ad ansia e preoccupazione rispetto ad altre. Questo può essere influenzato da fattori biologici o genetici;
- eventi stressanti: esperienze stressanti come la perdita di lavoro, il divorzio, la malattia o la morte di una persona cara;
- problemi di salute mentale: i disturbi d’ansia come il disturbo d’ansia generalizzata, l’attacco di panico o l’ansia sociale possono causare preoccupazioni eccessive e persistenti;
- problemi di salute fisica: malattie croniche o gravi, la salute in generale, i sintomi fisici o la preoccupazioni sulla salute;
- stress cronico: lo stress costante e prolungato può portare ad un aumento della preoccupazione e dell’ansia;
- problemi relazionali: problemi di relazione con la famiglia, gli amici o il/la partner;
- modalità negative di approccio ai problemi.
Quali sono le conseguenze negative di un’eccessiva preoccupazione?
La preoccupazione può avere un impatto negativo sulla qualità della vita di una persona, interferendo con le attività quotidiane, il sonno e il benessere mentale e fisico.
Le conseguenze, in genere, dipendono da come viene gestita la preoccupazione e dall’intensità della stessa.
Tra le conseguenze negative della preoccupazione ci sono l’ansia, lo stress, la depressione, l’insonnia, la riduzione dell’appetito, la difficoltà di concentrazione e la perdita di memoria. Questi effetti possono anche influenzare la salute fisica, con la riduzione delle difese immunitarie, la diminuzione della salute cardiovascolare, l’aumento del rischio di malattie infettive e altro ancora.
Le sensazioni fisiche associate alla preoccupazione possono includere palpitazioni, sudorazione, tremore, tensione muscolare, nausea, mal di testa e altro ancora. Queste sensazioni fisiche possono a loro volta aumentare l’ansia e rendere ancora più difficile il controllo della preoccupazione.
Dal punto di vista comportamentale, la preoccupazione può portare ad una serie di comportamenti di evitamento o di ricerca di rassicurazione, come ad esempio l’evitamento di situazioni potenzialmente stressanti, la richiesta di feedback costante dagli altri.
Questi comportamenti tuttavia sono controproducenti perché non affrontare le preoccupazioni alimenta le preoccupazioni stesse, aumentando inoltre la percezione di non controllo su di esse.
Come imparare a gestire le preoccupazioni?
Gestire la preoccupazione può essere una sfida, ma ci sono alcune strategie che possono aiutare a gestire i pensieri e le emozioni che la preoccupazione comporta.
Ecco 5 consigli:
1) identifica la fonte di preoccupazione: capire esattamente ciò che ti preoccupa può aiutarti a concentrarti sui problemi specifici e ad affrontarli in modo efficace;
2) annota i tuoi pensieri: tenere un diario dei pensieri può aiutarti a capire quali sono le situazioni che scatenano più frequentemente le preoccupazioni, quali strategie negative metti in atto per risolvere il problema, trovare modi per sostituirle con modalità più costruttive;
3) crea il tuo “momento di preoccupazione”: dedicare del tempo specifico alla preoccupazione, ad esempio 15 minuti al giorno, può aiutarti a limitare l’effetto negativo della preoccupazione sul benessere mentale, poiché, sperimentando un maggiore senso di controllo su di essa, tenderà a diventare meno invasiva;
4) concentrati con tutto te stesso sul momento presente: focalizzarti sul presente, senza giudicare o contrastare le tue emozioni e i tuoi pensieri, può aiutarti a non farti prendere dalla preoccupazione del futuro.
5) chiedi aiuto: se la preoccupazione diventa sopraffacente e interferisce con la vita quotidiana, è importante chiedere aiuto a un professionista della salute mentale.
Questi sono solo alcuni consigli per gestire la preoccupazione, ma ogni persona può trovare delle strategie che funzionano meglio per se stessa.
E’ importante gestire la preoccupazione in modo sano, cercando di trovare un equilibrio tra le preoccupazioni e la gestione delle emozioni ad esse legate. Ci sono anche tecniche di gestione dello stress e dell’ansia, come la meditazione, la respirazione profonda, l’attività fisica regolare e la terapia psicologica, che possono aiutare a gestire la preoccupazione e prevenire le conseguenze negative.
Dott.ssa Annamaria Spiotta
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