Approccio
Dott.ssa Annamaria Spiotta – Psicologa
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Approccio
L’approccio cognitivo neuropsicologico si basa su due assunti principali: una visione complessa dell’essere umano e l’interdisciplinarità. La persona non è concepita secondo un’ottica meramente categoriale (uomo come “Cosa”), ma è visto in quanto individuo unico e irripetibile, che presenta modi di essere e di soffrire comprensibili solo se inseriti in quella specifica storia di vita e nello specifico contesto dal quale questi aspetti emergono e si generano (uomo come un “Chi”). Notevole importanza è affidata ai temi del corpo, della corporeità e del contesto nel quale l’individuo è inserito: l’uomo è inteso come essere storico, incarnato e situato, che interpreta le proprie esperienze attraverso il racconto di sè.
“Sappiamo ciò che siamo ma non ciò che potremmo essere”
Il contesto fornisce agli eventi il loro significato specifico, anche alla luce delle esperienze passate e degli orizzonti d’attesa (progetti futuri). Attraverso il metodo ermeneutico-fenomenologico è possibile comprendere il sintomo e la sofferenza individuale alla luce dell’esperienza, dell’emotività che vi è collegata e della specifica forma che essa assume nella narrativa personale. Spesso, nel caso del malessere psicologico, possono emergere difficoltà legate a una mancata o alterata collocazione di certe esperienze all’interno del racconto della propria storia di vita. L’obiettivo del lavoro psicologico sarà quindi quello di aiutare la persona nella riappropriazione delle proprie esperienze attraverso la condivisione di significati, e di consentire un ri-posizionamento esistenziale che consenta al soggetto di aprirsi verso nuove possibilità maggiormente identitarie.
“Io sono come mi vedo, un campo intersoggettivo, non malgrado il mio corpo e la mia storia, ma perché io sono questo corpo e questa situazione storica per mezzo di essi”. M. Merelau-Ponty
“Lo psicopatologo parte dalla convinzione che il paziente non ha sintomi, ma vive delle esperienze” C. Scharfetter
Un altro aspetto fondamentale è l’enfasi sull’interdisciplinarità, in particolare per quanto concerne il rapporto tra psicologia e neuroscienze. L’approccio Cognitivo Neuropsicologico infatti, fa capo a un modello di intervento, scientificamente fondato, la cui teoria consegue alla mediazione tra i linguaggi specialistici delle discipline che studiano l’uomo “in terza persona”, e che quindi adottano il metodo della scienza naturale (es. neuroscienze), e quelle che studiano l’essere umano attraverso i suoi propri modi esistenziali (approccio in “prima persona”). Come è possibile far dialogare queste discipline? Il rapporto esistente deve essere come una traduzione tra due linguaggi specialistici che cercano di dire diversamente la stessa cosa, o quasi la stessa cosa. A partire da ciò è è possibile far riferimento alle patologie mentali delineando il cosiddetto “arco neuropsicopatologico, in cui ad un estremo troviamo le patologie “non storiche” (non veicolate dall’identità narrativa del soggetto) e all’altro le “patologie storiche” (conseguenti ai modi individuali di riconfigurare l’esperienza). La maggior parte delle patologie si collocherà nel mezzo del continuum.